SINDROME DEL “VERO CREDENTE”
“Il bisogno di credere in false meraviglie a volte supera non solo la logica
ma, apparentemente, anche la salute mentale.” -- Rev. Canon William V.
Rauscher
“La sindrome del vero credente merita uno studio scientifico. Cos'è che
costringe una persona, al di là della ragione, a credere all'incredibile?
Come può un individuo, altrimenti sano, diventare così innamorato di una
fantasia, di un'impostura, che anche quando questa venga smascherata alla
luce del giorno egli continui ad aggrapparvisi addirittura, ad aggrapparvisi
ancor piu' strenuamente?” - - M. Lamar Keene
“Sindrome del vero credente” (true-believer syndrome) è
un'espressione di M. Lamar Keene con la quale si denota un’apparente
condizione di disordine cognitivo, caratterizzata dal credere nella realtà
di eventi soprannaturali o paranormali anche dopo che siano state presentate
prove schiaccianti della loro natura fraudolenta. Keene è un falso
spiritista pentito che ha smascherato varie truffe religiose, ma con scarso
effetto, a quanto pare. Falsi guaritori spirituali, spiritisti, medium,
predicatori evangelici televisivi, uomini dei miracoli, ecc., restano ancora
numerosi sulla scena.
Keene crede che "la sindrome del vero credente sia quanto di meglio i falsi
medium possano avere dalla propria parte", poiche' "nessuna logica puo'
demolire una fede consciamente basata su una menzogna." Il fatto che coloro
che soffrono della sindrome del vero credente stiano consciamente mentendo a
sé stessi appare peraltro poco probabile. Forse, dal punto di vista di un
impostore o di un imbroglione, il fatto che qualcuno a cui hai detto la
verità continui a nutrire fede in te, deve implicare che costui sembri
credere in qualcosa che è consapevole essere falso. Tuttavia un simile
autoinganno non
implica necessariamente mentire a sé stessi, poichè ciò
richiederebbe l'ammissione di credere in quanto si sa già essere falso. Su
basi logiche, questo ovviamente non è
possibile! Non si può
credere o non
credere ciò che già effettivamente si conosce (credere
è diverso da credere in, che e' una questione di fiducia piuttosto
che di fede). Fede e non-fede contemplano la possibilita'
dell'errore, ma la conoscenza implica che tale errore sia al di là
di ragionevoli probabilità. Posso avere prove schiaccianti che uno
"spiritista" sia un truffatore, eppure continuare a credere che eventi
paranormali accadano in altri contesti. Posso ingannare me stesso
in tal caso, ma non credo sia corretto dire che sto mentendo a me
stesso. È possibile che coloro che soffrono della sindrome del vero credente
semplicemente non credano che il peso dell'evidenza contraria, che rivela
loro una frode, sia sufficiente a sovrastare quanto i molti altri casi
passati hanno offerto come prove a supporto. Il fatto che le prove in favore
fossero largamente fornite dalla stessa persona smascherata come truffaldina
viene in qualche modo ignorato. Esiste sempre una speranza che per quanti
inganni siano stati smascherati, almeno una delle esperienze note o vissute
possa essere stata autentica. Nessuno può sistematicamente ed esaustivamente
provare che tutti i miracoli compiuti siano stati delle truffe, pertanto un
vero credente può ben ritenersi giustificato nel mantenere viva la propria
speranza. Un tale processo mentale non è del tutto privo di logica, sebbene
possa sembrare patologico a colui che ha ammesso di aver inscenato una
truffa.
Non sembra semplice spiegare perchè il vero credente continui a credere
in, cioè a dare fiducia allo spiritista/medium/ecc. una volta
che questi abbia riconosciuto il suo inganno. Nutrire ancora fiducia in
qualcuno che si è rivelato un impostore è irrazionale, ed una tale persona
deve apparire pazza al truffatore. Qualcuno potrebbe davvero essere pazzo,
ma altri ingannano sé stessi presumendo che sia possibile per una persona
avere poteri speciali senza saperlo. Perciò si può non credere nei propri
poteri, e nonostante tutto possederne di paranormali! Proprio come ci sono
persone che pensano di avere dei poteri, ma non ne hanno alcuno,
allo stesso modo ci sarebbero persone dotate di poteri di qualche genere ma
convinte invece di non possederne.
Ad
ogni modo esistono due tipologie distinte di veri credenti, sebbene
chiaramente correlabili. Una è quella cui Keene si riferiva, ovvero persone
che credono nel paranormale o nel soprannaturale nonostante l'evidenza
contraria. La loro fede è irremovibile, a dispetto di soverchianti prove a
sfavore, come coloro che hanno continuato a credere in
Carlos una volta che l'inganno e'
stato svelato. Gli esempi di Keene sono dati soprattutto da persone che
hanno un tale disperato bisogno di comunicare coi morti che nessuno
medium (o
channeler), fraudolento o già
smascherato, può scuotere la loro fede nello
spiritismo (o
channeling). L'altra tipologia e'
descritta da Eric Hoffer nel suo libro The True Believer:
persone di questo tipo sono irrazionalmente impegnate per una causa, come
uccidere dottori che praticano
aborti, o verso un guru come
Jim Jones.
La
sindrome del vero credente può ad esempio render conto della popolarità di
Uri Geller,
Sai Baba o
James Van Praagh, ma il termine non
ci aiuta a capire perchè la gente creda nelle capacità spiritistiche o
soprannaturali di tali personaggi, a dispetto delle enormi evidenze che essi
sono dei truffatori e si guadagnano da vivere defraudando la gente di grosse
somme di denaro. Dato che per definizione coloro che soffrono della sindrome
del vero credente sono legati alla propria fede da un impegno
irrazionale,non vi è possibilità di argomentare e discutere con loro: le
prove e le argomentazioni logiche non servono a niente. Tali persone sono
per definizione illuse nel senso psichiatrico della parola: credono in ciò
che è falso e sono incapaci di essere persuase, tramite prove concrete o
argomenti, che le loro idee sono errate.
Chiaramente, se c'è una
spiegazione della sindrome del vero credente, deve essere in termini di
appagamento emotivo. Ma il perchè taluni abbiano una tale necessità di
credere nell'immortalità, nella superiorità morale o razziale, o addirittura
che l'ultima moda in fatto di management debba essere perseguita con zelo
evangelico, questo resta probabilmente senza risposta. Potrebbe trattarsi
di insicurezza, come pensava Eric Hoffer, il quale disse:
“Quanto meno un uomo è giustificato nel pretendere eccellenza per sé stesso,
tanto più egli è pronto a pretendere eccellenza per la sua nazione, la sua
religione, la sua razza o la sua sacra causa...
Un
uomo che pensi correttamente, molto probabilmente pensa ai suoi propri
affari. Quando non è così, egli smette di pensare ai suoi insignificanti
affari per occuparsi di quelli di altre persone...
Il
fanatico è perpetuamente incompleto ed insicuro. Egli non può auto-generare
sicurezze dalle sue risorse individuali (cioè da quel sé stesso che ha
rifiutato), ma solo trovarle aggrappandosi spassionatamente a qualunque
sostegno gli capiti di incontrare. Un simile ardente attaccamento è
l'essenza della devozione cieca e della religiosità, ed egli vi vede la
fonte di ogni forza e virtù... Vede facilmente sé stesso come sostenitore e
difensore della sacra causa alla quale si aggrappa, ed è pronto a
sacrificare la sua stessa vita.”
Hoffer sembrava anche pensare che la sindrome del vero credente abbia
qualcosa a che fare col desiderio di abbandonare ogni responsabilità
personale per le proprie fedi ed azioni: essere cioè
liberi dal peso della libertà.
Forse Hoffer ha ragione per molti dei casi più gravi, ma molti di quelli
meno seri possono aver a che fare semplicemente col
credere a ciò che si vorrebbe essere vero.
Studi compiuti dagli psicologi Barry Singer e Victor Benassi presso la
California State University di Long Beach illustrano la volontà di credere
nei poteri psichici nonostante prove contrarie. Essi hanno portato un
prestigiatore di spettacolo, Craig Reynolds, che ha eseguito alcuni trucchi
per quattro classi propedeutiche alla psicologia. Due di queste classi non
sapevano che egli era un mago che avrebbe eseguito qualche trucco magico da
dilettante, e venne loro detto che si trattava di uno studente diplomato che
aveva affermato di avere dei poteri. In quelle classi l'insegnante di
psicologia disse esplicitamente di non credere che lo studente, o chiunque
altro, potesse avere alcun potere. Nelle altre due classi invece agli
studenti venne detto chi realmente fosse il prestigiatore. Singer and
Benassi hanno riportato che circa i due terzi degli studenti di entrambi i
gruppi hanno creduto che Craig fosse uno "spiritista", e sono rimasti
sorpresi di non aver trovato nessuna significativa differenza tra le classi
che sapevano del prestigiatore e le altre. Essi hanno dunque fatto la stessa
cosa con altre due classi alle quali hanno esplicitamente detto che non
aveva alcun potere e che avrebbe eseguito alcuni trucchi per loro, tramite i
quali egli pretende di leggere le menti e dimostrare poteri psichici.
Nonostante ciò, oltre metà degli studenti ha creduto che Craig avesse dei
poteri dopo averlo visto in azione.
Singer and Benassi hanno
dunque chiesto agli studenti se ritenevano che i prestigiatori potessero
fare le stesse cose che aveva fatto Craig oppure no: la maggiorparte degli
studenti disse che i prestigiatori potevano farlo. Venne quindi chiesto agli
studenti se volessero cambiare la loro stima sui poteri di Craig alla luce
dei dati contrari da loro stessi forniti. Pochi lo fecero, riducendo la
percentuale di coloro che credevano nei poteri di Craig al 55%. Dopodichè
venne chiesto agli studenti di stimare quanti sedicenti spiritisti potessero
essere in realtà truffatori che usano trucchi da prestigiatore. Si convenne
che la maggior parte degli "spiritisti" fossero truffatori. Venne nuovamente
chiesto agli studenti se volevano cambiare il loro parere sui poteri di
Craig. Nuovamente, pochi lo fecero, lasciando la percentuale di coloro che
credevano nei poteri di Craig ad un notevole 52%.
[Benassi e Singer; Hofstadter].
Per molte persone, la volontà
di credere a volte supera di gran lunga la capacità di riflettere
criticamente sulle prove pro o contro una propria fede.
Riferimenti bibliografici e sul Web
Benassi, Victor and Barry Singer. "Fooling Some of the People All of the
Time," The Skeptical Inquirer, Winter 1980/81.
Hoffer, Eric. The True Believer : Thoughts on the Nature of Mass Movements (HarperCollins,
1989 reissue).
Hofstadter, Douglas.
Metamagical Themas: Questing for the Essence of Mind and
Pattern, (New York: Basic Books, 1985), chapter 5, "World Views in Collision: The
Skeptical Inquirer versus the National Enquirer." (Hofstadter
reported on the Bennasi and Singer study in his monthly column for Scientific American
in February 1982.)
Keene, M. Lamar. The Psychic Mafia (Prometheus, 1997).
Randi, James. The Faith Healers (Buffalo, N.Y.: Prometheus Books, 1987).
Randi, James. The Truth about Uri Geller , (Buffalo, NY: Prometheus Books,
1982).
Raymo,
Chet. Skeptics and True Believers: The Exhilarating Connection Between
Science and Religion (Walker & Co., 1998).