![]() di Robert Todd Carroll
Versione italiana a cura di Dario Ventra |
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INTRODUZIONE Il Dizionario dello Scettico: una Guida Ragionata per il Nuovo Millennio offre definizioni, saggi e discussioni su argomenti soprannaturali, occulti, paranormali e pseudoscientifici. Faccio ricorso al termine “occulto” in riferimento a qualunque di questi temi. Il lettore è avvisato: il Dizionario dello Scettico non si propone di presentare una trattazione molto equilibrata degli argomenti occulti; se non altro, questa mia opera vuole invece rappresentare un piccolo Davide che possa contrastare l’incombente Golia della letteratura pseudoscientifica e paranormale, nella speranza che qualche colpo occasionalmente vada a buon segno. Peraltro, e contrariamente a Davide, io ho ben poca fede, e credo che Golia difficilmente possa essere eliminato. Gli scettici gli possono infliggere qualche duro colpo, lasciare dei lividi, ma le nostre parole non potranno mai essere del tutto letali. Golia non può essere abbattuto per mezzo di prove o argomentazioni. Ma almeno molti dei lettori potrebbero essere indotti a riflettere dalla nostra opera, riconoscendo Golia per quel che è, ovvero un falso messia. Questo libro è stato scritto specialmente per i più giovani, nella speranza di esporre alcune delle debolezze di Golia, affinché il lettore ne sappia mettere in discussione gli apparenti punti di forza e possa dubitare delle sue promesse. Un altro fine del
Dizionario dello Scettico è quello di offrire riferimenti e rimandi al
meglio delle risorse scettiche disponibili per qualsiasi argomento. Quindi, se
l’antipatico professore di psicologia non la vuol piantare con le aure,
presentandole quali inesplicabili, ma affascinanti fenomeni occulti, voi
potrete consultare il vostro Dizionario
dello Scettico e diventare voi stessi suoi insopportabili oppositori scettici.
Non cambierete l’opinione del vostro insegnante, ma potrete liberarvi di una
parte del potere culturale che questi potrebbe esercitare su di voi. Il Dizionario dello Scettico: una Guida
Ragionata per il Nuovo Millennio si rivolge a quattro fondamentali tipologie di lettori: l’indagatore
dalla mente aperta, il quale non sottoscrive né rifiuta su due piedi
le affermazioni occulte; lo scettico moderato, che tendenzialmente
propende più per il dubbio che per l’adesione; lo scettico incallito con
una forte sfiducia in tutto ciò che è paranormale ed esoterico; ed il credente
dubbioso, pronto ad accogliere simili affermazioni, seppur mantenendo un
ragionevole dubbio. Se non vi è traccia di scetticismo in voi, allora questo
libro proprio non farà al caso vostro. L’indagatore dalla mente aperta non ha molta
esperienza di fenomeni occulti, a parte forse un po’ di educazione religiosa,
ma non rigetta per partito preso le informazioni su lettura aurale, rapimenti
alieni, percezione extrasensoriale, rabdomanzia, channeling, fantasmi e
quant’altro. Lo scettico moderato sospende il suo giudizio sugli
argomenti occulti e si appella alla propria inesperienza, nonché allo scetticismo
epistemico, quali motivi per rimandare la propria opinione personale. Lo scettico
incallito semplicemente non crede in alcuno o nella maggior parte dei
fenomeni occulti, mentre il dubbioso credente si sente attratto da uno
o, solitamente, più temi dell’occulto, ma avverte nondimeno una certa
perplessità sulla validità di certe affermazioni. La mia posizione personale è chiaramente quella di
uno scettico incallito. Non fingerò di non avere esperienza o conoscenza di
quegli argomenti. Per me, l’evidenza è schiacciante che molto probabilmente
tutte le affermazioni nel campo dell’occulto sono errate o intenzionalmente
false. Ritengo vi siano sufficienti prove per convincere i più moderati tra gli
scettici che nelle discipline dell’occulto si trova più sovente il falso della
verità. Ad ogni modo lo scettico moderato riconosce anche che da questo dato di
fatto (se tale è) non segue che uno si debba rimettere a ciò che appare più
probabile ad una mente razionale. Lo scettico moderato spesso sosterrà che la
razionalità non è che un valore ideale, e che l’idea stessa di un’esistenza
razionale quale migliore possibile per un essere umano non sia dimostrabile né
logicamente, né scientificamente, nè in alcun altro modo. Nel confronto, quello
che uno può fare è appellarsi alle conseguenze di una scelta razionale di vita
invece di una irrazionale. È anche vero che il credo nell’irrazionale è tanto
attraente per un vero credente quanto credere nella razionalità lo è per uno
scettico convinto. Per molti scettici moderati, scegliere una vita dedita alla
ragione o all’irrazionalità è una questione di fede. Per buona parte della mia
vita da adulto sono stato io stesso uno scettico moderato, convinto che la mia
dedizione alla razionalità fosse un atto di fede, proprio come lo era stata in
precedenza la mia devozione al cattolicesimo. Per anni ho lasciata aperta ogni
possibilità ai temi dell’occulto. Eppure, negli ultimi anni, i miei studi e le
mie riflessioni mi hanno portato alla conclusione che le evidenze contro una
sia pur minima ragionevolezza della fede nell’occulto siano preponderanti. Ed
ho concluso che affidarsi alla ragione piuttosto che all’irrazionalità non è
affatto un atto di fede. Al contrario, anche solo porsi la questione come una
che richieda approfondita riflessione dimostra la futilità del ricondurre tutto
ad un atto di fede, poiché uno deve pur sempre ricorrere al ragionamento nel
dibattere in favore di una fede. E sebbene io non neghi l’eventuale beneficio
di credere talvolta nell’occulto, nego comunque che tale beneficio abbia a che
fare in alcun modo con lo stabilire la realtà, la fondatezza dei fenomeni
occulti. Uno scettico moderato concorderebbe sul divario esistente fra una
qualsiasi idea in cui si crede ed un’entità reale. Per mio conto
io sarei d’accordo con uno scettico moderato che sia impossibile giungere alla
conoscenza assoluta di qualunque concetto empirico. Ma credo sia ugualmente
ovvio che il concetto di probabilità ci viene spesso incontro nelle scelte
della vita, e abbiamo modo in tantissimi casi di operare distinzioni tra
diverse affermazioni empiriche che mostrino vari gradi di probabilità [questa
è, in estrema, ma efficace sintesi, l’obiezione più semplice e ragionevole che
si possa dare a chi muove lo stesso tipo di critica al pensiero scientifico
come “assolutistico”; N.d.T. ]. Lo scettico incallito non necessita di molto altro, in veste di prova o ragionamento, per convincersi che qualunque affermazione occulta si basa sull’errore o sulla frode. Tuttavia il Dizionario dello Scettico ha in serbo qualcosa anche per lo scettico più convinto: le munizioni da usare contro le incessanti argomentazioni di coloro che sono pronti a credere profondamente. La maggiorparte degli scettici più duri non se la sente di sprecare il proprio tempo per approfondire l’indagine critica di ogni idea assurda incontrata sul loro cammino. Essi semplicemente la rigettano a priori. Qui di seguito riporto la lettera di una donna inglese che lavora in un ufficio austriaco dove gli altri sembrano essere sostanzialmente privi di senso scettico:
In molti casi il semplice rifiuto della ciarlataneria è intelligente e giustificato. Spesso però è opportuno fornire allo scettico moderato o al credente dubbioso delle argomentazioni, sia generali che specifiche. Ma se gli antagonisti sono credenti convinti, come i colleghi di questa signora, è probabilmente tempo sprecato profondersi in evidenze e disquisizioni contrarie. Infine, il Dizionaro dello Scettico offrirà a
chi crede, ma è disposto a dubitare e verificare, alcune fonti di informazione
da consultare e che gli renderanno un’idea, da diverse prospettive se non
proprio equilibrata, della vostra inquietudine in merito a cromoterapia,
levitazione, ecc. Ciò aiuterà l’indeciso a sciogliere in parte i propri dubbi.
Ci potranno essere ben pochi scettici che consulteranno tutta quella
bibliografia e ne usciranno dubbiosi di tutto, incluse le affermazioni
scettiche, ma io confido che la maggioranza passerà allo scetticismo incallito.
Non sospenderanno il proprio giudizio su tutto, ma capiranno che certe
affermazioni ed idee sono necessariamente più probabili di altre. Come ho già notato, l’unico gruppo ideologico cui
questo libro non è destinato è quello dei veri credenti. Sono giunto per
esperienza alla convincente conclusione che qualunque ragionamento o dato
critico per le loro convinzioni sarà invariabilmente considerato da costoro
come insignificante, irrilevante, tendenzioso, ingannevole, non autorevole,
ascientifico, scorretto, pregiudizievole, di ristrette vedute, irrazionale e/o
diabolico!! (Forse vale la pena notare che, a eccezione del termine diabolico,
questi sono gli stessi attributi con cui gli scettici più convinti accompagnano
studi ed argomenti presentati dai veri credenti). Ritengo pertanto che
il solo interesse che chi vuol credere acriticamente possa avere nel Dizionaro
dello Scettico sia quello di condannarlo e darlo alle fiamme senza nemmeno
averlo letto. Il termine “scetticismo” può essere riferito
all’atteggiamento generalizzato di una persona o alla sua forma mentis,
pronta a dubitare e indagare. Spesso comunque “scetticismo” vuol connotare più
specificamente dubbio o incredulità nei riguardi del paranormale e del
soprannaturale. La parola può altresì indicare la corrente filosofica secondo
cui una conoscenza assoluta è impossibile da raggiungere e l’atto di indagare
deve essere compiuto attraverso procedimento dubitativo per il progressivo
conseguimento di certezze relative o
valide in prima approssimazione. Il
Dizionaro dello Scettico si rivolge allo scetticismo sotto tutte e tre
le suddette accezioni, ma la motivazione prima dell’opera resta semplicemente
il dubbio e il disincanto dell’autore nei confronti dell’occulto, del
paranormale, e di fenomeni psichici o religiosi. Traendo spunto da Nietzsche,
io classifico gli scettici in apollinei e dionisiaci. Lo scettico
apollineo è dedito alla chiarezza e alla razionalità. Per lui tutto ciò che
concerne il soprannaturale è essenzialmente vago e irrazionale. Lo scettico
dionisiaco per contro è più propenso all’istinto e alla passione, e di
fatto può abbracciare una religione o un credo qualunque proprio per la loro
incertezza (come Charles Peirce) o per la loro
irrazionalità (come Tertulliano o Kierkegaard). Lo scettico apollineo
guarda al credo in un dio come si guarderebbe alla fede in Babbo Natale, e
all’immortalità come alla stessa stregua della proiezione astrale. L’intero
ambito del soprannaturale è rifiutato da uno scettico apollineo non perché
ritenga che tali questioni siano false, ma perché vanno contro la sua
inclinazione. Lo scettico dionisiaco comunque crede in certe affermazioni
occulte non perché le ritenga vere, ma perché possono accordarsi coi suoi
sentimenti ed istinti. Lo scettico apollineo non vede ragione alcuna di credere
al soprannaturale; lo scettico dionisiaco non vede invece alcuna ragione per
non credere. L’apollineo avverte ogni approccio dialettico o prova avanzata in
favore della religione o dell’occulto come insufficiente, ingannevole,
fraudolento, inconsistente o ridicolo. Il dionisiaco vede l’apollineo come un
individuo testardo e indisposto a rischiare l’errore per l’eventuale
conseguimento di una qualche sublime verità finale. E allora, chi ha ragione?? Psicologicamente, suppongo dobbiamo concedere a entrambi la ragione, perchè non sarebbe sano andare contro la propria disposizione d’animo. È però ragionevole aspettarsi che entrambe le posizioni siano reciprocamente tolleranti? William James, il quale categorizzò credenti e non credenti in modo simile al mio, lo riteneva ragionevole. Io no. Entrambe le tipologie di scettico sospettano che l’altro sia sciocco, non in errore. E come si potrebbero tollerare persone che crediamo poco intelligenti? Posso concedere che in una società civile raramente esprimiamo i nostri veri sentimenti nei confronti degli altri, e gli scettici non faranno eccezione. Essi sono noti per fornire abbondanti argomenti a sostegno delle loro posizioni ideologiche. Ma la “scommessa” di Pascal non è che uno sfondone pazzesco per lo scettico apollineo, e il Perché Non Sono Un Cristiano di Russell è stravaganza pura all’orecchio di chi vuol credere a tutti i costi. Io non sono al corrente di un singolo caso in cui uno scettico apollineo sia passato al credere nel soprannaturale in seguito a una discussione o ad un ragionamento ben preciso, né che uno scettico dionisiaco sia diventato ateo per qualche esperienza personale. Difatti molti atei e molti credenti nel
soprannaturale non sono scettici, anche se farebbero bene ad esserlo. Essi si
tollerano e entrano in dibattito gli uni con gli altri per convinzione che
l’evidenza ultima sia dalla loro parte, credendo che in fin dei conti chiunque
voglia essere ragionevole condividerebbe pienamente le loro posizioni se solo
vedesse la cose dal giusto punto di vista. Essi non vedono chi è in disaccordo
con loro semplicemente come uno sciocco, ma come ignorante o influenzabile. Per
mia esperienza, l’intelligenza, la cultura e l’educazione sono poco legate alla
propensione a credere o meno nel soprannaturale e nell’occulto. Come disse
William James, è il nostro carattere a determinare tale propensione, ed il
valore ultimo di ogni credo risiede nei suoi frutti. Così pure secondo
Nietzsche: “i nostri valori interiori nascono da noi come frutti sull’albero;
cosa conta per il filosofo se i frutti sono marci?”. Ma il problema è proprio
che dal mio punto di vista i miei frutti sono buoni mentre quelli di qualcun
altro sono marci. Per qualcun altro la situazione sarà esattamente l’opposto.
Sorprendentemente, alcuni di noi hanno potuto assaggiare i frutti di entrambi
gli alberi. Ma la prova finale ovviamente non è nell’essere disposti ad
assaggiare dall’albero dell’altro! Questo libro pertanto non è un insieme di argomenti e dati a uso dello scettico apollineo contro chi creda nell’occulto. È bensì inteso per coloro che si sentono apollinei per temperamento, ma che esitano a seguire la propria disposizione, qualunque ne sia la ragione. Viviamo in una società che asseconda molto di più i credenti dell’occulto che i non credenti. Anche il timore di avversione, emarginazione o ridicolizzazione può essere un grosso ostacolo all’assecondare la propria natura. Del resto certamente vi attende l’infelicità se lasciate che siano altri a scegliere per voi le vostre convinzioni e i vostri valori, specialmente se non vi si confanno. Si potrebbe intendere questo libro come la controparte della fede in cerca di giustificazione di certi studiosi medievali. Se siete già degli scettici apollinei dentro, quanto segue vi aiuterà a comprendere ciò di cui già eravate ragionevolmente convinti. |
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Last
updated 11/21/10 |