di Robert Todd Carroll

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Versione italiana a cura di Dario Ventra
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GLOSSOLALIA 

La glossolalia consiste nel produrre, in maniera adeguatamente architettata, una parlata che risulti più o meno incomprensibile agli osservatori.

Secondo il Dr. William T. Samarin, docente di antropologia e di linguistica presso l’Università di Toronto:  

 “La glossolalia consiste in successioni prive di significato di sillabe i cui suoni siano familiari a chi sta parlando, e da questi associati in modo variamente casuale… La glossolalia richiama un vero linguaggio poiché chi parla vorrebbe inconsciamente dare tale impressione. ” – Nickell, 108.

Quando messa in atto da soggetti schizofrenici, la glossolalia è riconosciuta effettivamente per la serie di insensatezze che è. Tuttavia, presso comunità cristiane carismatiche, il fenomeno è ritenuto sacro e noto come “parlare lingue” o “avere il dono delle lingue”. Negli Atti degli Apostoli si descrivono volute di fuoco che fiammeggiavano sugli Apostoli, infondendo loro lo Spirito Santo e presumibilmente consentendo loro di parlare nella propria lingua pur essendo compresi da genti straniere di varia provenienza. I soggetti glossolalici, dal canto loro, parlano sì in un linguaggio apparentemente sconosciuto, ma non vengo compresi da nessuno…  

I glossolalici si comportano solitamente in due modi, a seconda delle aspettative socio-mistiche della comunità di appartenenza: alcuni cadono in preda a convulsioni o perdono addirittura conoscenza durante l’evento, mentre altri sembrano dar luogo a situazioni di gran lunga meno drammatiche. C’è chi pare essere in trance e chi sembra scordare completamente di essersi espresso in una lingua strana; ma tutti ritengono di essere posseduti dallo Spirito Santo e che i suoni privi di senso che hanno emesso abbiano un qualche significato. Comunque solo chi è dotato di fede e di un dono di interpretazione non ben specificato sarà in grado di decifrare tutte quelle espressioni insensate. Naturalmente il credere in tale abilità lascia all’interprete anche la piena, incontrastata libertà di “tradurre” a suo piacimento. Nicholas Spanos fa notare che: “Tipicamente, le interpretazioni avallano i dogmi centrali della comunità religiosa in questione” (Spanos, 147).  

L’esprimersi in versi privi di alcun significato, considerato segno di profonde doti mistiche da sant’uomini di varia estrazione, è una pratica piuttosto antica. Nella Grecia antica perfino i sacerdoti di Apollo, dio della luce, si impegnavano in farfugliamenti profetici, così come fecero via via nel tempo gli israeliti, i giansenisti, i quaccheri, i metodisti ed altri ancora…  


Riferimenti bibliografici e sul Web

 

 

 

Last updated 11/21/10