FATE
Le fate sono mitiche creature del folclore e della narrativa
popolare, spesso raffigurate come minuscoli esseri alati dalle sembianze umane
e dotati di poteri magici. La fatina dei denti, tanto per citarne una fra le
più note, porta piccoli doni (come delle monete) in cambio di denti di latte
caduti ai bimbi e lasciati su una finestra o sotto un cuscino. Le fate madrine
invece sono protettive di natura, un pò come gli angeli custodi della
tradizione religiosa.
Non si dovrebbero invece confondere le fate con gli gnomi, che
sono sì altri piccoli esseri umanoidi della mitologia popolare, ma di aspetto
deforme a sgraziato, e abitanti sotto terra. Le pixies, sono un’altra
varietà di fate dalla natura particolarmente allegra e dispettosamente giocosa,
mentre i più noti elfi si potrebbero considerare versioni ingrandite
delle pixies. Sono solitamente descritti come creature nane e un po’ maligne,
come il leprecauno della tradizione irlandese, amante degli scherzi e sempre a
conoscenza dei nascondigli di tesori vari. Gli elfi figurano talvolta anche
come aiutanti di maghi e stregoni vari, per non menzionare naturalmente quelli
che aiutano Babbo Natale!
Sembra che la credenza in simili esseri mitici di vario genere sia
diffusa tra le popolazioni rurali un po’ ovunque nel mondo. Occasionalmente
qualche furbone di città è indotto a credere in queste leggende: un esempio
imbarazzante all’inizio del secolo scorso riguardò Sir Arthur Conan Doyle,
ingannato da un paio di ragazzine e dalle loro foto amatoriali in cui
comparivano fatine ritagliate in carta e cartone (note anche come “fate di
Cottiingley”), scattate nelle campagne dello Yorkshire inglese. Questi falsi
fotografici ricordavano un po’ la nota immagine del Mostro di Loch Ness,
artefatta in modo analogo da Geroge Wetherill, o varie riprese di UFO come
quelle di Billy Meier. Doyle pubblicò perfino un libro sul tema, dal titolo The
Coming of the Fairies. Insieme ad un noto teosofista di nome Edward
Gardner, diffuse le fotografie scattate dalla sedicenne Elsie Wright alla
propria cuginetta Frances Griffiths, di dieci anni, attorniata da ritagli di
fate e gnomi vari. Doyle e Gardner proclamarono a lungo che non si trattava di
falsi, bensì di riprese autentiche. Tuttavia la cosa veramente clamorosa fu il
dibattito che si svolse nei decenni successivi, riguardante la natura reale
delle foto oppure “psichica”, ovvero la possibilità che esse ritraessero i
pensieri delle ragazze e li fermassero su pellicola! Doyle, come molti altri
prima e dopo di lui, desiderava intensamente una prova qualsiasi dell’esistenza
di una realtà che andasse al di là di quella nostra, materiale, ma le sue
speranze in favore dello
spiritualismo
lo portarono a cadere in troppe illusioni. Nonostante questo, seppe anche
scrivere memorabili romanzi gialli, fra cui quelli del celebre investigatore
Sherlock Holmes, altrettanto immaginario ma molto più affascinante delle fate,
anche se incapace di distinguere fra pensiero deduttivo e induttivo…
La
Paramount
Pictures ha recentemente prodotto un film sulla vicenda delle due
ragazzine inglesi, dal titolo Fairytale: a True Story. L’attore Harvey
Keitel impersona Houdini, e Peter O’Toole ha la parte di Sir Arthur Conan
Doyle.