di Robert Todd Carroll

 the truth is in here!
SkepDic.com

Versione italiana a cura di Dario Ventra
©2003

Elenco alfabetico degli argomenti

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FAQ (LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI A ROBERT T. CARROLL)

 D. Chi ha fatto di te un dio??

R. Immagino vogliate dire chi mi dà il diritto di mettere in dubbio fedi e concezioni antiche di migliaia di anni e seguite da milioni di persone? Lo potrete trovare arrogante e sconveniente, sfidare simili certezze care a tanta gente, specialmente quando molti di questi potrebbero essere persone anche più sagge e intelligenti di me. Per come la vedo io, l’alternativa è accettare le cose per fede senza rifletterci, oppure rifletterci ed esaminarle criticamente fin quando non mi trovi in conflitto con certe concezioni già affermate, al che dovrei presumere di essere io quello in errore, di aver intrapreso la mia indagine per una via sbagliata. Ma nessuna di tali alternative mi attrae particolarmente.

Io mi sforzo di comprendere i limiti della mente umana e di basare le mie convinzioni sulle migliori evidenze disponibili, ricorrendo alla migliore metodologia di ricerca, valutando attentamente le migliori argomentazioni pro e contro. Tutte le mie convinzioni sono solo tentative, anche se le ritengo più probabilmente corrette che errate. Non ho preconcetti su ciò che dovrebbe essere vero o falso, né parto da una cieca fiducia in qualcosa per difenderlo a tutti i costi. Sono fallibile come tutti gli altri esseri umani. Preferisco tuttavia correggere i miei errori piuttosto che difenderli a oltranza. 

 D. Gli scettici sono tali anche nei riguardi dello scetticismo?

R. Questa domanda è spesso posta da coloro che la trovano affine a quella di S.Agostino: “Io posso dubitare di dubitare??” La risposta è “No, se colui che dubita è Agostino o Cartesio, ma sì, se colui che dubita è Glanvill o Hume”. (Leggete la History of Skepticism in rete di R.H.Popkin, o The High Road to Pyrrhonism se volete addentrarvi in queste tematiche)

 D. La scienza ha una risposta a tutte le domande??

E. No, la scienza può rispondere solo a domande empiriche.

 D. La scienza può rispondere allora a tutte le domande empriche?

E. Sì, ma molte delle risposte potrebbero essere errate. 

 D. Perché non sei scettico anche nei riguardi della scienza? Non metti in questione gli scienziati che fanno affermazioni dubbie in merito all’effetto serra, alla riduzione dell’ozono stratosferico e delle foreste pluviali, al Big Bang, all’evoluzione, le vaccinazioni, l’AIDS, l’aspartame, ecc. Perché?

R. La scienza consta di una serie di metodi comuni per investigare, discutere, controbattere ed infine risolvere le dispute su base logica ed emprica. Tali dibattiti sono meglio risolvibili da quegli scienziati che si confrontano nell’arena della scienza. Io non attacco le pseudoscienze o la ciarlataneria medica semplicemente perché non concordo con le loro affermazioni. Io critico piuttosto le loro metodologie ascientifiche o antiscientifiche, e la loro incapacità di risolvere questioni empiriche poiché molto di quanto sostengono è solo su basi metafisiche, non empiriche. Non mi piace la loro presunzione di avere un rimedio per tutto quando a proprio sostegno hanno solamente l’autoconferma, l’intuizione, o le testimonianze di qualche cliente soddisfatto.

Ci sono persone che si definiscono scettici e si schierano da ambo le parti su questioni più o meno controverse, ad esempio Brian ed Elisabeth Carnell su Skepticism.net. Personalmente credo che argomenti come l’affetto serra dovrebbero essere lasciati alla scienza. Pubblicare critiche alla teoria mi va bene, ma dovrebbero esser presentate su pubblicazioni a carattere scientifico, o siti sulla scienza, non su un sito che tratti di scetticismo. Altrimenti potremmo definire uno scettico chiunque sia in disaccordo con qualcun altro, il che mi sembra poco furbo, in quanto fa di chiunque uno scettico, tranne quelli che non possono mai manifestare un disaccordo. Ma questi ultimi sono i morti, e non ci riguardano... 

 D. Gli scettici sono tutti atei?

R. No. Certi scettici sono atei, altri sono agnostici ed altri ancora sono dei teisti convinti. Al riguardo gli scettici sembrano essere un pò come gli scienziati e come i giocatori di baseball!

 D. Lo scetticismo non è un pò come una religione, con una propria fede nella scienza??

R. No, lo scetticismo non è un insieme di credenze, né implica alcuna pratica rituale, raccomandando un certo stile di vita o l’adorazione di qualcuno o qualcosa. La fiducia nella scienza non si basa su sulla fede ma sulle evidenze raccolte. Le teorie scientifiche sono sempre tentative e soggette a modifica, contrariamente ai dogmi religiosi. La scienza cerca di eliminare l’errore, non di perpetuarlo impedendo qualunque atteggiamento critico nei propri confronti, il che invece caratterizza le religioni.

 D. Perché critichi solo le religioni orientali e della New Age? Perché non esponi anche imbrogli come Joseph Smith e il suo Mormonismo, Gesù Cristo e Maometto??

R. Le religioni dominanti sono già state oggetto di dettagliate critiche da parte di molti accademici e non (come fautori di certe religioni che ne attaccano altre in quanto non sono la “vera” religione). Non mancano saggi critici su ognuna delle più importanti religioni. Le mie voci sull’ateismo, i demoni, l’esorcismo, la fede, Dio e i miracoli dovranno bastare come critiche mosse indirettamente alle religioni maggiori. Vi sono inoltre molti siti sul WWW, gestiti da ex-mormoni, ex-cattolici, ex-musulmani, allo scopo di chiamare in causa tali fedi.

D’altra parte le fedi della New Age e quelle del lontano Oriente non sono altrettanto ben note nel mondo occidentale, o lo sono in maniera alquanto inadeguata, né si trova molto materiale di taglio critico nei loro confronti per chi voglia interessarsi alle loro tesi. Posso fare un’eccezione per Joseph Smith, solo perché la sua è una storia americana, relativamente recente e con abbondanza di dati storici reperibili per ricostruirne attendibilmente le vicende. 

 D. Perché critichi solo la “medicina alternativa”? Come mai non hai inserito voci critiche nei riguardi di dubbie affermazioni e pratiche o errori della scienza medica convenzionale, quali la circoncisione o la vaccinazione?

R. È davvero irragionevole aspettarsi che io sia scettico della scienza medica quanto lo posso essere sull’omeopatia, la naturopatia, la medicina tradizionale cinese, il massaggio terapeutico, l’aromaterapia o altro del genere. Non mi manifesto scettico su tali discipline “alternative” perché sono fallibili, ma perché sono fondate su assunti falsi o molto vaghi, e perché in generale non seguono alcun metodo scientifico per meglio stabilire le loro ipotesi. Non ne segue che io pensi che la nostra medicina tradizionale sia infallibile. Non critico le medicine alternative perché i loro praticanti sbagliano o producono diagnosi errate, ma perché trovo che il loro metodo fondamentalmente non stia in piedi, non è in grado di riconoscere e superare l’errore.

Inoltre i praticanti di terapie alternative spesso non si preoccupano nemmeno se i loro metodi siano o meno errati, in quanto illudono sé stessi che ciò che fanno sia corretto in quanto “funziona”; vale a dire, hanno visto dei risultati (errore per conferma) e si trovano con diversi clienti soddisfatti (errore pragmatico). Simili fondamentali predisposizioni umane sono comuni a tutte le pseudoscienze, ma gli scienziati se ne difendono applicando verifiche logiche e sperimentali su qualsiasi ipotesi causa-effetto [nonché controllandosi ed eventualmente confutandosi reciprocamente, cosa che invece molte figure della pseudoscienza e dell’occultismo si guardano bene dal fare! N.d.T.]. 

Non trovo la medicina tradizionale occidentale infallibile, anzi, la criticherei se fosse fondata su principi basilari errati, ovvero se fosse basata su assunti metafisici o falsi o altamente dubbi. Varie procedure specifiche seguite o raccomandate da medici possono rivelarsi inefficaci o addirittura dannose. Nondimeno non ricuserei tutta la nostra medicina per gli errori dei dottori. Sarebbe sciocco rifiutare la scienza come metodo valido in sè per via degli errori dei suoi praticanti.

 D. Perché non ci sono voci critiche su correnti letterarie o teorie politiche come il marxismo, il postmodernismo, o il decostruzionismo? C’è molto di insensato anche in quegli ambiti culturali.

R. Ho scelto di limitarmi alle credenze nell’occulto, nel paranormale e nelle pseudoscienze, o a frodi e truffe scientifiche e non. Non è mio personale compito contrastare ogni singola sciocchezza che viene fuori in tutti i campi dello scibile umano. Ci sono sostenitori e critici in abbondanza per qualunque cosa sia in politica che nel mondo accademico, per non parlare dei grandi opinionisti da quattro soldi della domenica: quelli non mancano mai e non sono mai stanchi di discutere qualunque cosa! Chiunque sia interessato non avrà grandi problemi a reperire materiale sia pro che contro le varie idee in sociologia, politica e letteratura.

 D. Perché non compaiono voci in merito alle leggende urbane o alle superstizioni??

R. Il Dizionario dello Scettico non è un tentativo di svelare e additare ogni concezione falsa o dubbia, nemmeno quelle con la massima adesione in giro. L’occulto, il paranormale, e le pseudoscienze definiscono approssimativamente i limiti che mi sono imposto in questa sede.

 D. In cosa credono gli scettici?

R. Lo scetticismo non è un complesso di credenze, perciò non mi pare ci siano molte cose in cui si possa dire gli scettici credano in generale. Se anche ve ne fossero, esse non rivelerebbero molto sullo scetticismo in sé, in quanto tali convinzioni potrebbero essere comuni a molti che scettici non sono affatto.

 D. Gli scettici sono più amorali dei non-scettici?

R. Dipende dal significato di “amorale”. Forse lo siamo, se trovate immorale mettere in discussione le affermazioni di gente come Uri Geller, Edgar Cayce, Sai Baba, J.Z. Knight, Frederick Lenz, Ron Hubbard, Joel D. Wallach, Deepak Chopra, o Andrew Weil.Non sono al corrente di alcuno studio che mostri come gli scettici commettano più omicidi, stupri, rapine o molestie pedofile dei non scettici.

 D. Gli scettici credono in un fine per l’esistenza?

R. Alcuni sì. Personalmente ritengo che lo scopo nella vita di ognuno sia dato dalla persona stessa. In altre parole, se si sceglie di fare qualcosa che abbia un senso, la nostra vita acquisirà un senso. Se scegliete di condurre un’esistenza disinteressata ad alcunchè di valore, allora la vostra vita resterà sostanzialmente priva di valore.

 D. Perché odi Amway??

R. Non odio Amway, ma sono affascinato dal fatto che la voce Amway nel Dizionario dello Scettico sia stata una delle più popolari per cinque anni di seguito. Ne ho aggiunta anche una sul marketing multilivello, ma non ho intenzione in futuro di distinguere altre voci per nuovi schemi commerciali del genere. Ho creato il sito Skeptic’s Refuge per esporre in parte le frodi su Internet, ma si è poi rivelata un’idea alquanto risibile, poiché le frodi erano come le erbacce: più ti accanisci e più esse si adattano e proliferano. Anche limitandomi alle truffe nei campi dell’esoterismo e delle pseudoscienze mi sono trovato di fronte a un compito che non sono in grado di svolgere. Tuttavia Amway non è una frode, è basata su uno schema di marketing piramidale che è perfettamente legale, per quanto non funzioni.     

 D. Dove hai trovato il detto: “La sola cosa realmente infinita è la nostra capacità di autoilluderci”?

R. L’ho coniato io. È solo un’iperbole retorica, ma mi piaceva la sensazione che esprimeva. O forse soffro di criptomnesia?! 

 D. Pensi che la logica e l’analisi razionale possano aiutarti nella comprensione di cose come l’amore o ridere?

R. Sì, in gran parte, ma come per tutto ciò che richiede un’esperienza, la prospettiva interiore non è riconducibile a quella di un osservatore esterno. Sentimenti e stati d’animo possono essere analizzati scientificamente, ma resta una componente soggettiva che trascende la scienza. Trascendere la scienza non è però lo stesso che trascendere la natura. L’esperienza soggettiva non trascende la natura, e ritenere che non potendo ricondurre un qualcosa ai termini di un osservatore esterno abbiamo quindi aperto la porta a qualcosa di sovrannaturale è, per me, mera illusione. [Una risposta scientifica di base a domande del genere si può trovare in qualunque buon testo o saggio di psicologia evolutiva; N.d.T.] 

 D. Gli scettici sono proprio negativi. Perché non riuscite a essere più positivi??

R. Essere negativi può rivelarsi molto positivo. Mi spiego meglio. C’è differenza fra l’essere nichilisti ed essere negativi nel senso di essere cauti e critici prima di credere in qualcosa o di accettare una spiegazione. Un nichilista nega il valore di qualunque cosa. Per me molti religiosi sono nichilisti perché negano il valore di tutto ciò che appartiene a questo mondo. Spesso i capi religiosi ripudiano la famiglia, la procreazione, i piaceri fisici, quelli dell’arte o della natura. Molti santi rifiutavano il mondo per ritirarsi in un’esistenza eremitica o monastica, lontano dalla società umana. Questi sono i veri nichilisti, negativi a livello patologico. Pensatela così: state assumendo un atteggiamento “negativo” quando raccomandate ad un bambino di non giocare per strada o quando siete critici di un vicino che vende pronografia a dei bambini? Essere critici e prudenti, respingere certe idee, certi comportamenti e convinzioni può rivelarsi estremamente positivo negli effetti.

 D. I veri scettici sono agnostici; tu invece proponi opinioni e vedute piuttosto forti. Come puoi definirti uno scettico?

R. È vero che la parola “scettico” deriva dal greco skeptikos (pensieroso o riflessivo), ed uno scettico è spesso visto come uno che indaga sempre, valutando ogni cosa attentamente. Ed è vero che lo scetticismo filosofico, come propugnato dai Pirroniani e dagli scettici accademici, si basava su come dubitare correttamente di ogni proposizione. La loro preoccupazione prevalente sembra essere stata l’assenza di una qualunque certezza. I più radicali dei filosofi scettici sostengono addirittura che non si possa essere certi nemmeno che niente sia certo!

Ad ogni modo, non consegue niente di particolare dall’accettare che affermazioni apodittiche sono indimostrabili. Ad esempio, non ne consegue che, siccome niente è certo, uno debba sospendere il proprio giudizio su tutto e non credere in niente. Così come non ne deriva che, poiché niente è certo, uno si debba adeguare passivamente agli usi e alle credenze tradizionali della propria comunità. Allo stesso modo, ammesso che niente sia certo, non per questo ogni idea vale quanto qualunque altra. Né che, poiché niente è certo, ogni convinzione equivalga ad un atto di fede irrazionale. Sebbene ciascuna di queste deduzioni sia stata tratta da varie persone, nessuna di esse è realmente una logica conseguenza della proposizione “niente può essere certo”.

La mia scelta di credere in certe cose ma non in altre non deriva dal mio scetticismo filosofico. Io accetto che non si possa essere sicuri di niente, ma la sola conseguenza di ciò sembra essere che nessuna delle mie convinzioni possa essere certa, ovvero scevra da possibilità di errore. Le probabilità in questo senso sono quanto di meglio cui possiamo aspirare, e sembrano essere sufficienti per le esigenze della vita quotidiana così come per la scienza. Chi desideri una conoscenza assoluta può restare insoddisfatto di ciò, ma credo che il suo rifiuto della valutazione probabilistica come adatta ai nostri scopi sia fondato su emozioni e sentimenti, non sulla riflessione.

Spero anche sia ovvio che per probabilità non intendo la “probabilità matematica”. La probabilità matematica che il sole domani sorga da est potrà essere nulla, ma la probabilità su cui gli uomini potrebbero ragionevolmente basare le loro aspettative in merito è molto, molto alta. In senso epistemico, non posso imporre una mia assoluta certezza che domani il sole sorgerà ad est. Tuttavia, guidando verso est al mattino successivo, mi porterò i miei occhiali da sole, e non mi sentirò affatto come se stessi agendo per fede, o di poter benissimo giungere alla mia destinazione dirigendomi verso ovest.

Infine, la parola “scettico” è usata al giorno d’oggi in riferimento a chi istintivamente o abitualmente dubita, esamina o non concorda con asserzioni o conclusioni comunemente accettate oppure chi mette in dubbio l’esistenza di Dio o le affermazioni rivelate, o ancora uno scettico filosofico, cioè chi ritiene che la conoscenza assoluta sia impossibile e che l’indagine debba essere un processo dubitativo al fine di acquisire certezze relative o approssimate. Ognuna di queste accezioni è coerente con la pratica di rifiutare come altamente improbabili le affermazioni sul soprannaturale, sul paranormale e nelle varie pseudoscienze.

 D. I veri scettici hanno una mentalità aperta; tu invece mantieni una visione ristretta sul credere nel paranormale e nell’occulto. Come puoi dunque definirti uno scettico??

Mantenere una prospettiva aperta non significa dover prendere in esame ogni fesseria postulata o affermata da qualcuno. Ho trascorso anni a esaminare idee sul paranormale e sull’occulto. Quando qualcuno sostiene di essere stato rapito dagli alieni, ma non dispone di evidenze fisiche, non ho alcun bisogno di approfondire la questione ulteriormente. Se la loro unica prova è non poter ricordare ciò che gli è successo per qualche ora o giorno (come comunemente dichiarato da molti presunti rapiti), allora la mia sensazione è che vi possa essere un’altra spiegazione naturale alla loro perdita di memoria. Per esempio, potrebbero mentire per non far sapere dove realmente sono stati, oppure aver perso i sensi per cause naturali o autoindotte. E poi potrebbero avere sognato, o aver avuto allucinazioni…

Quando qualcuno rivela di essere un dio, o di udire voci che gli vengono da Dio, io presumo che si sbagli o che sia una messinscena. Sono per questo di mentalità ristretta? Non penso proprio. Eppure, diversi anni fa, sentendo parlare per le prime volte di UFO e rapimenti alieni, sarei stato di corte vedute se non avessi indagato un pò la faccenda. Ho studiato persino svariati casi di persone che si proclamavano déi o reincarnazioni di morti. Quindi, oramai, se un giovane in Texas si convince di essere una divinità e ingaggia sparatorie con la polizia federale, la cosa non mi sorprende, né sento la necessità di approfondire la vicenda. Ho una mente troppo chiusa? Di nuovo, non mi pare. Una volta addentratisi in profondità in una questione, essere di larghe vedute non significa tenere la porta aperta a tutte le idee assurde che ci capita di sentire. L’unico obbligo che possiamo avere è di non serrare definitivamente quella porta dietro di noi. Se qualcuno sostiene di avere componenti aliene nel suo corpo o nel suo veicolo, caspita, andiamo assolutamente a vedere!! E se qualcun altro trasforma l’acqua in vino o resuscita i morti con atti della sua volontà, sarò il primo a rivedere le mie opinioni sulle divinità in terra.

Una persona di mentalità aperta, ma inesperta e disinformata, sentirà di dover verificare certe questioni che un altro, più informato e navigato, non intende più esaminare. Il pensatore aperto deve scoprire le cose da sé, ma una volta formatasi un’opinione non diventa di ristrette vedute solo perché il suo giudizio è ora più informato e giustificato. La prossima volta che sentite un sostenitore della proiezione astrale, o della regressione a vite precedenti, accusare uno scettico di essere di corte vedute, provate a pensare che forse lo scettico non è affatto di corte vedute: forse ha solo acquisito un certo livello di informazione in base alla quale si è già formato un’opinione ben definita.

 D. I tuoi argomenti sono sempre di parte. Non ne fornisci mai a favore di percezione extrasensoriale, magia, miracoli o invenzioni che sembrano violare le leggi naturali conosciute. Perché? Per correttezza, non dovresti esporre le vedute di entrambe le parti di una disputa??

R. Se avessi scritto un altro genere di libro, diciamo uno intitolato per esempio L’Approccio del Pensatore Critico alle Idee Stravaganti, allora le mie argomentazioni sarebbero state diverse. In quel caso avrei esposto i punti migliori per ambo le parti del dibattito e avrei lasciato che il lettore decidesse quali fossero le considerazioni più accettabili. Però non ho scritto un libro di quel tipo. Ne ho scritto uno allo scopo di fornire al lettore le migliori argomentazioni scettiche, nonché rimandi al meglio della letteratura scettica sull’occulto e le pseudoscienze. Il materiale reperibile su tali argomenti da un punto di vista acritico è già di per sé abbondante. Il mio principale scopo era quindi quello di dare un contributo equilibrante ad un settore editoriale altrimenti del tutto squilibrato.

 D. A che vale lo scetticismo? A che serve essere scettici??

R. Il saggio di Carl Sagan sul Baloney Detection Kit, nel suo ultimo libro Il Mondo Infestato dai Demoni, è la miglior risposta. Penso che lo scetticismo abbia il suo massimo valore allorché cerchiamo delle informazioni e le vagliamo. Recentemente mi sono interessato di problemi mentali, specialmente di depressione e disturbi bipolari. Un libro che sto leggendo è scritto da uno psichiatra, un altro da un dottore in medicina che non è però né uno psichiatra né un medico praticante. Lo psichiatra è un ricercatore attivo in materia, ed un praticante riconosciuto, mentre l’altro non ha nemmeno fatto tirocinio clinico dopo la laurea alla Harvard Medical School, bensì andò in India per vari anni in una specie di ricerca spirituale interiore. Il non psichiatra, Andrew Weil, è famoso; lo psichiatra non lo è. Weil ha i suoi programmi speciali sulla televisione pubblica, il proprio sito web e ha scritto un paio di best-sellers, incluso quello dal titolo Guarigione Spontanea. C’è una sola  pagina sulla depressione in tutto il libro. L’autore sostiene qualcosa del tipo “la sola cosa che abbia visto funzionare contro la depressione è…”, e qui elenca una serie di vitamine, oligoelementi e aminoacidi, assieme all’esercizio aerobico. Non offre spiegazioni del perché tali rimedi dovrebbero funzionare. Il lettore può solo avere fiducia cieca che possano effettivamente farlo.

Lo psichiatra, per suo conto, elenca dozzine di disturbi fisici i cui sintomi somigliano a quelli della depressione. Io sono indotto a pensare che alcune persone potrebbero sembrare depresse per carenza di micronutrienti o di esercizio fisico. E mi sembra anche che la vera sindrome depressiva sia un problema neurologico di estrema complessità. Lo psichiatra cita ricerche e casi di studio, sviluppa un ragionamento per sostenere le proprie opinioni.  

Io resto scettico sulle opinioni del Dr.Weil. Accettare quello che lui asserisce sulla fiducia potrebbe rivelarsi disastroso. Dubitare di affermazioni che potrebbero rivelarsi dannose può essere una buona ragione per essere scettico.

Una persona che conosco sostiene di essere costantemente spiato dalla CIA e dall’FBI. Secondo lui le targhe che iniziano con 5 sono quelle dei cattivi, e il guidatore è sulle nostre tracce. Io sono invece scettico delle sue affermazioni perché si tratta di una persona insignificante e probabilmente di nessun interesse per una qualunque agenzia governativa, a eccezione forse del fisco! Apparentemente non sa spiegarmi perché i cattivi abbiano tutti targhe che iniziano per lo stesso numero, nè io vedo ragione alcuna di credere nelle sue parole, che sono probabilmente false e provocate da da allucinazioni da squilibrio chimico nella sua attività cerebrale. Essere scettico delle sue affermazioni mi impedisce di credere in false convinzioni e illusioni il cui valore è, quanto meno, dubbio.

Ma perché uno scetticismo generalizzato nei riguardi dell’occulto e del paranormale?? Fondamentalmente le ragioni sono le stesse elencate sopra: si richiedono evidenze e argomentazioni logiche per ogni affermazione; non si accettano idee qualunque in base a pura fede; si respingono idee illusorie per la loro dubbia attendibilità e valore pratico; si intende distinguere una ricerca su basi competenti da una su basi incompetenti; e si intendono accettare come probabili quelle affermazioni supportate da solide prove. Tutti questi punti appaiono notevolmente ragionevoli e di valore pratico.

Di fatto trovo sconcertante che qualcuno possa domandarsi perché mai io preferisca non fondare le mie idee su speranze, desideri, falsità, illusioni, fantasie, inganni e finzioni.

Infine, il valore dello scetticismo lo ritroviamo nella storia. L’inquisizione spagnola e medievale, così come l’Olocausto, nacquero da arroganza e dogmatismo. Un’istituzione politica o religiosa guidata da scettici sarebbe molto più umanitaria e benevola, nonché più sana in un certo senso, di una capeggiata da dogmatisti assolutisti. Sia la tolleranza che il moderno metodo scientifico emersero dall’Empirismo britannico del XVII secolo, il quale ricusava l’attaccamento razionalista alla metafisica e l’esigenza di una certezza assoluta. Pochi di noi si sentono ben rappresentati e assistiti da un politico come il governatore della California Pete Wilson, il quale si proclama “assolutamente certo” che un uomo abbia commesso lo stupro e l’omocidio per i quali fu arrestato ben sedici anni fa. Thomas Martin Thompson potrebbe effettivamente essere colpevole di omicidio e stupro e potrebbe perfino meritare di morire, ma nessuno, nemmeno Pete Wilson, può sbandierare assoluta certezza che Thompson, allora, commise quei crimini.

 D. Cartesio, col suo cogito ergo sum, non provò forse che almeno alcune cose dovrebbero essere certe, per esempio la nostra stessa esistenza??

R. Cartesio credeva di aver provato con assoluta certezza l’esistenza di Dio ed un mucchio di altre cose (si vedano le sue Meditazioni sulla Filosofia Prima). Molte delle affermazioni che egli sosteneva essere certe in modo assoluto sono denominate affermazioni analitiche: la loro effettiva correttezza è un fatto di convenzione e dipende interamente dalla semantica e dalla sintassi, non da verifica empirica.  Altre, sempre da lui ritenute come certe in modo assoluto, come l’esistenza di Dio, non sono né assolutamente certe né analitiche. “2 + 2 = 4” vale per certe definizioni di “2”, “+”, “=” e “4”, ma è falso per eventuali altre. Per esempio, aggiungere due gocce di pioggia a due gocce non ce ne dà quattro, e mescolare due litri d’acqua con due litri di alcol non ci dà quattro litri di liquido. Parole e segni raramente hanno significati indipendenti da altre parole e segni. Se un’affermazione è vera o meno dipende da ciò che essa significa, e cosa essa significhi dipende dal contesto semantico (vale a dire dalle sue interrelazioni con altre parole e segni) e culturale in cui i significati di delle parole e i segni impiegati sono stati definiti ed appresi. 

 D. Come replichi a critiche, come quella di Robert Anton Wilson, che bollano gli scettici come “razionalisti irrazionali”, accusandoli di stare lanciando una “Nuova Inquisizione”??

R. Anzitutto direi che Wilson non conosce la differenza tra uno scettico filosofico ed uno scettico ordinario.

In secondo luogo sarei d’accordo con quanto Carl Sagan scrisse ne “Il Mondo Infestato dai Demoni”: “Nessuno scettico impone un credo… I seguaci della New Age non… vengono portati davanti a un tribunale, né frustati perché hanno delle visioni, e di certo non li si brucia sul rogo.” Essere di aperte vedute non significa voler essere dei creduloni. C’è poco merito nel mancare tanto di senso critico da considerare ogni idea al pari di qualunque altra. La gente raziocinante apprende per esperienza ed opera distinzioni fra idee che hanno fallito e quelle che hanno superato test empirici rigorosi. La gente ragionevole non crede in qualsiasi cosa solo perché “magari è vera”. Essi distinguono idee e concetti probabili da quelli improbabili. La gente raziocinante si affida a verifiche impersonali, quali gruppi di controllo, studi in doppio cieco, e sanno difendersi da pericoli come pratica comune, convalida soggettiva, lettura a freddo, speranze illusorie. Non si diventa un inquisitore o un irragionevole se si criticano delle affermazioni apparentemente nulle in quanto a veridicità. L’accusa è poi particolarmente ridicola in tempi in cui uno scettico ha ben poche speranze di poter essere ospitato in programmi popolari come Oprah Winfrey o Larry King quanto invece lo sono medium e channeler. Gli scettici non sono perseguitati, ma certo non sono nemmeno molto popolari per l’intrattenimento disimpegnato, e non hanno l’ascolto che si dà invece alla New Age o ai racconti di UFO. I veri inquisitori di un tempo godevano dell’appoggio della popolazione e della Chiesa. Per contro, la maggioranza degli scienziati potranno esser scettici del paranormale e del soprannaturale, ma ciò non ha alcun peso nella pratica comune della scienza, nè rende loro particolare merito nel proprio campo. E purtroppo gran parte della gente simpatizza non con gli scettici, ma con coloro che questi additano. Se gli scettici stessero intraprendendo un’opera di inquisizione, sarebbe alquanto strana, senza alcuna autorità centrale al controllo, condotta da persone cui le masse popolari non riconoscono alcuna autorità o merito, o che anzi ignorerebbero o costringerebbero al silenzio se invece le riconoscessero. 

D. Come fai ad alzarti la mattina? Voglio dire, se non hai fede, in cosa puoi sperare? Se non puoi pregare Dio, come fai a superare la tragedie di una vita? Se non riesci a credere nelle fate, nei fantasmi, ed in cose favolose come cristalli magici e sirene, cosa trovi di interessante nel condurre la tua vita?? La tua mi sembra un’esistenza fredda, monotona e triste, priva di qualunque incanto.

R. Suppongo che potrei semplicemente restarmene a letto a illudermi di essere inceve già in giro, di aver vinto al Superenalotto, di aver scoperto una cura per il cancro, o che i miei genitori siano ancora vivi altrove, o di aver mediato una pace finalmente duratura nel Medio Oriente. Anche se potessi illudermi al punto di credere che queste mie illusioni non fossero tali, avrei per questo reso la mia vita più “magica”? Le mie false speranze sarebbero meglio che niente speranze del tutto?? Non lo penso.

Ho affrontato la mia parte di guai e dolori nella vita, alcuni quand’ero giovane e credevo in Dio, ma la maggiorparte quando ero ormai adulto e ateo. Non potrei giurare che il mio credo religioso mi rendesse le cose in alcun modo più facili, né che mi desse speranza nei momenti di bisogno. La consapevolezza che altri hanno sofferto ben più di me, e che non si possa vivere senza aspettarsi anche molto dolore e molti guai, mi ha dato più conforto che non credere in Dio. Se fossi religioso, mi chiederei perché allora esistono tanta crudeltà e miseria. Non troverei serenità nel concetto che, sia pure in modo misterico, tutto ciò avviene per buone ragioni. Perché mai dovrei?? Se il governo vi portasse via l’unico vostro figlio, dicendovi però che è per un buon motivo, voi trarreste conforto da ciò? Se credessi che Dio permette tanta miseria per delle valide ragioni, questo mi renderebbe tutto più difficile da accettare, non più facile.

Non c’è niente di triste e vuoto in una vita senza folletti, conigli pasquali, demoni, fantasmi, cristalli fatati o altro. La vita è noiosa solo per le persone noiose. Vero, è dura godersi una semplice passegiata in un parco o una giornata sulla spiaggia quando il vostro migliore amico è stato appena ammazzato. Pressochè impossibile leggersi un buon libro o studiare una nuova materia quando la vostra abitazione e con essa tutte le vostre cose sono andate in fiamme. Le gioie del viaggio sono rovinate dall’essere stati rapinati. Nella vita non si possono controllare molto né l’assassino, né il ladro, né il fulmine che ci incendia la casa. Ma possiamo avere il controllo sul nostro modo di reagire. Potremmo non essere in grado di superare certe angosce se fossimo soli, ma avere un partner amorevole ed una famiglia accanto rende le tragedie della vita meno amare. Devo anche aggiungere di non aver mai notato che i teisti sappiano superare le difficoltà meglio degli atei. Come viviamo i nostri problemi ha più a che vedere col nostro carattere, con la nostra natura biologica e la nostra fortuna, che non con l’avere o meno una fede in poteri superiori o cose fantastiche e magiche.     

Robert T.Carroll  -  31 Luglio 1997

 

 

 

Last updated 11/21/10