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Versione italiana a cura di Dario Ventra |
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CODICE
GENESI (O CODICE DELLA TORAH)
Il “Codice Genesi” (o Codice della Torah) è un codice
che si sostiene sia stato intenzionalmente integrato nei testi della Bibbia,
individuabile ricercando particolari sequenze di lettere equidistanti. Ad
esempio, partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione
solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a
intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole. Se si
setaccia secondo tale schema un intero libro biblico, come la Genesi, il
risultato è naturalmente una lunghissima successione di lettere. Cambiando la
lettera iniziale e il parametro “n” si possono generare svariate
successioni di questo tipo. Si immagini di avvolgere una simile serie di
caratteri attorno ad un cilindro, in modo che esse possano essere tutte
evidenti; quindi si appiattisca il cilindro per rivelare diverse file di
lettere, con colonne di uguale lunghezza, eccetto forse l’ultima che potrebbe
essere più corta di tutte le altre; infine ci si metta alla ricerca di nomi
significativi in corrispondenza di date. Da notare che la ricerca attraverso
disposizioni geometriche di lettere può essere effettuata orizzontalmente,
verticalmente, diagonalmente, o secondo qualunque altro schema vogliate! Un
gruppo di matematici israelliani ha fatto esattamente questo, ed essi
sostengono di aver trovato moltissime corrispondenze quando si sono messi a
cercare nomi in corrispondenza di date di nascita o morte. Doron Witztum,
Eliyahu Rips e Yoav Rosenberg hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista
scientifica Statistical Science (1994, vol.9, n.3, 429-438) col titolo “Equidistant Letter Sequences
in the Book of Genesis”. Il commento del direttore editoriale della
rivista fu: “Quando gli autori hanno
fatto ricorso ad un test di randomizzazione per verificare quanto raramemente
le disposizioni trovate potrebbero prodursi per pura casualità hanno ottenuto
un risultato altamente significativo, con probabilità p=0,0000016. I nostri
revisori ne sono rimasti stupefatti: le loro posizioni iniziali erano che il Libro
della Genesi non potesse contenere riferimenti a personalità attuali, ma
quando gli autori hanno compiuto ulteriori analisi e controlli l’effetto ha
semplicemente mantenuto la sua validità.” Ovvero, la probabilità di ottenere quegli stessi
risultati era di sedici su un milione, o di uno su 62.500. Gli autori
affermarono: “L’analisi per randomizzazione dimostra che l’effetto è
significativo a livello di 0,00002 [e] che la affinità delle sequenze di
lettere con significati corrispondenti nella Genesi non è dovuta solo al caso.”
Harold Gans, ex criptologo al Dipartimento della Difesa USA, riprodusse lo
studio degli israeliani e lo confermò nelle conclusioni.
Witztun successivamente
dichiarò che secondo i calcoli la probabilità di ottenere simili risultati per
puro caso era di uno su quattro milioni. Tuttavia recentemente ha cambiato idea
e la sua stima è passata a p=0,00000019 (ovvvero uno si 5,3 milioni).
Jason Browning,
scienziato creazionista, afferma che i primi cinque libri della Bibbia
contengono disposizioni occulte di parole che sono state “matematicamente
dimostrate impossibili da ottenere per puro caso.” Browning tuttavia non cita
chi possa aver condotto i calcoli del caso per suo conto. Ad ulteriore dimostrazione della attendibilità
statistica dei loro risultati, gli isrealiani analizzarono la versione ebraica
del Libro di Isaia e i primi 78.064 caratteri di una traduzione ebrea di
Guerra e Pace di Tolstoy. Essi trovarono ancora numerosi nomi in stretta
associazione a date di nascita o morte, ma i risultati furono statisticamente
poco significativi (la versione della Genesi impiegata nel loro studio
conteneva esattamente 78.064 caratteri). E che può significare tutto questo? Per alcuni
significa che le disposizioni di parole nella Genesi sarebbero intenzionali e
che Dio stesso è l’autore primo del codice. Se è vero, il Libro di Isaia e
qualunque altro testo biblico che non superi la prova delle sequenze di lettere
dovrebbero essere ignorati d’ora in poi?? Dovremmo forse concludere che queste
statistiche dimostrano la pretesa degli Ebrei di essere il popolo eletto di
Dio, o che nessuno altro nome dovrebbe essere aggiunto alla lista delle persone
importanti di Israele, a meno che non superi il test delle sequenze di lettere
equidistanti? A meno che altre religioni non riproducano risultati
statisticamente cos improbabili a partire dai propri testi, l’occultista dalle
propensioni matematiche potrebbe anche considerarle delle imposture teologiche.
Dovremmo forse dedicarci alla traduzione in ebraico di tutti i libri sacri di
tutte le religioni per verificare quante personalità di spicco vi sono citate
in codice? Molti semplicemente non hanno la minima idea di cosa pensare di
simili sorprendenti giochi matematici. Un computer può davvero leggere la mente di Dio??
Apparentemente sì, poiché secondo la teoria Dio avrebbe dettato nella sua
lingua d’adozione (l’ebraico) un insieme di parole più o meno comprensibili,
contenenti storie di creazione, diluvi, guerre fratricide, miracoli e altro
ancora, compresi molti messaggi moraleggianti. Ma questo dio ebraico avrebbe
scelto le proprie parole con cura, codificando nella Bibbia anche profezie e
messaggi assolutamente di nessun valore religioso. Molti non sono affatto particolarmente meravigliati.
Alcuni “scienziati creazionisti” cristiani sostengono che il codice biblico sia
la prova scientifica
dell’esistenza di Dio. Se hanno ragione, dovrebbero tuttavia convertirsi al
giudaismo. Doran Witztum non lo può fare, essendo già ebreo, ma ha portato il
lavoro compiuto sulla Genesi ben oltre le idee dei suoi stessi colleghi. Alla
televisione israeliana egli ha affermato che i nomi dei campi minori su una
mappa di Auschwitz sembrano notevolmente vicini alla frase “in Auschwitz”. Le
probabilità che ciò avvenga per caso sarebbero una su un milione. Alcuni suoi
studenti hanno effettuato i calcoli e annunciano che il loro mentore si sbaglia
per un valore 289.149! L’abilità matematica di Witztum potrà non essere
all’altezza delle sue buone intenzioni, ma è arduo capire quali possano essere
tali intenzioni. Dio voleva forse curiosamente svelare che i campi secondari di
Auschwitz erano proprio ad Auschwitz?? Michael Drosnin e tutti gli appassionati del suo
famoso libro, The Bible Code, sostengono che decodificare la Bibbia
possa condurre alla rivelazione di profezie e profonde verità di importanza
secolare, non tutte delle quali sono state già rivelate agli ebrei. Secondo
Drosnin la Bibbia è il solo testo in cui simili frasi in codice vengono
riconosciute in uno schema statisticamente significativo, e la probabilità che
tutto ciò sia frutto di casualità è inverosimile. Ricorrendo all’analisi delle
sequenze di lettere equidistanti, Drosnin ci fa notare che l’assassinio di
Rabin era predetto nella Bibbia, insieme a quelli di Sadat e di Kennedy. Alla
fine qualcuno ha trovato un utilizzo veramente utile per i computer: compiere
analisi sequenziali di lettere nei testi biblici, alla ricerca di messaggi
secolari occulti. Nostro Signore doveva decisamente apprezzare l’enigmistica! Ma non tutti concordano con l’ipotesi di Drosnin,
come Harold Gans, il crittologo del Dipartimento della Difesa americano, ormai
in pensione, che appoggiò il lavoro di Witztum, Rips a Rosenberg. Gans ha
pubblicato una
dichiarazione
in merito a The Bible Code e altri libri del genere. Ne riportiamo un
estratto qui di seguito: “Nel libro si sostiene che i
codici della Torah siano utilizzabili per predire il futuro. Ciò è
assolutamente infondato. Non vi è alcuna base scientifica o matematica a sostegno di una simile affermazione, e il
ragionamento seguito per giungere a una conclusione del genere nel libro è
chiaramente in errore. Se è vero che certi eventi storici sono stati
dimostrabilmente codificati nella Genesi in vari schemi, non è invece
assolutamente vero che ogni configurazione del genere di parole “codificate”
rappresenti necessariamente un potenziale fatto storico. Di fatti è vero
esattamente l’opposto: la maggiorparte di tali configurazioni saranno piuttosto
casuali e si incontreranno in qualunque testo di sufficiente lunghezza. Il
Sig.Drosnin sostiene che la “sua” predizione dell’assassinio del primo ministro
Rabin sia una “prova” che col Codice Genesi si possa prevedere il futuro. Ma un
solo successo, non importa quanto spettacolare, o anche altre fortunate
predizioni del genere, non dimostrano assolutamente niente a meno che non siano
proposte e valutate in condizioni attentamente controllate. Ogni scienziato che
si rispetti sa che le evidenze
aneddotiche non sono mai prova di niente. ” Il Prof.
Menachem Cohen, noto studioso della Bibbia alla
Università Bar-Ilan, ha criticato Witztum e gli altri su due punti
fondamentali: 1) ci sono varie altre versioni ebraiche della Genesi per le
quali l’analisi di sequenze di caratteri non ha prodotto alcun risultato
statisticamente significativo; 2) gli appellativi dati ai grandi di Israele
erano incoerenti ed arbitrari. Il professore compie delle buone osservazioni,
ma magari questo prova solo che la versione Koren della Genesi è proprio quella
giusta, e che gli appellativi rilevati sono quelli più giusti per le
personalità importanti nella storia di Israele. Altri critici, come Brendan McKay, hanno condotto in proprio l’analisi di Guerra e Pace, ottenendo risultati notevolmente differenti da quelli di Witztum et al. Molti comunque hanno fatto poco più che riutilizzare l’analisi sequenziale per individuare nomi, date ed altro in vari libri della Bibbia, il che, come è noto anche al più scarso degli esperti in statistica, non ha assolutamente rilevanza. Ad ogni modo Drosnin sembrava chiedere un controllo di quel tipo quando dichiarò: “Quando i miei critici troveranno un messaggio sull’assassinio di Kennedy criptato in Moby Dick, allora gli crederò.” McKay prontamente tirò fuori un’analisi sequenziale del testo di Moby Dick, predicendo non solo l’attentato a Indira Ghandi, ma anche quelli di Martin Luther King, John F. Kennedy, Abramo Lincoln ed Yitzhak Rabin, assieme alla fine della Principessa Diana. Il matematico David Thomas ha compiuto un’analisi sequenziale del testo della Genesi, trovando le parole code (codice) e bogus (falso) in prossimità reciproca non una, bensì sessanta volte! Quante sarebbero le probabilità di una cosa del genere? Significa dunque che Dio ha criptato nel testo un codice per rivelarci che non vi è alcun codice? Le vie del Signore sono davvero misteriose… Riferimenti bibliografici e sul Web
Thomas, David E. "Hidden Messages and The Bible Code," Skeptical Inquirer, November/December 1997. Witztum, D., E. Rips and Y. Rosenberg, "On Equidistant Letter Sequences in the Book of Genesis," Statistical Science, 9 (1994), 429-438. |
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Last
updated 11/21/10 |